Con l’autunno alle porte, tradizionalmente, ricominciano i corsi di karate… iniziamo pertanto un nuovo anno di frequentazione del Dojo, Il Dojo, appunto, questo luogo da considerare sacro, va trattato come tale. Infatti non è soltanto una palestra o un qualsiasi centro sportivo, esso è il luogo dove viene praticato e insegnato il Karate, dove si segue la Via. Nonostante lo spazio fisico sia più o meno umile, spoglio, uno scantinato o una lussuosa palestra attrezzata di tutto punto, deve essere rispettato, e in esso si devono seguire determinate regole. Si tratta di tenere un comportamento da seguire in ogni momento della nostra vita e non solo all’interno dell’ora di pratica.
Ricordate che il dojo è un luogo degno del massimo rispetto perché in esso ci si sforza di raggiungere un fine nobile. Il Karate è facilmente scambiato per uno sport violento ed esigente, che non segue nient’altro che il futile scopo di insegnare ai suoi partecipanti come danneggiare gli altri nei modi più scorretti, niente di più falso e non devo certo spiegarvi il perché. Nessuno è al di sopra delle cortesie comuni espresse nelle regole del dojo. Spesso uno studente anziano entra troppo in confidenza con il dojo e con i suoi coetanei, e trova divertimento nel trasgredire alle regole. Ricordatevi sempre che ogni karate-ka, che sia cintura nera o un principiante, si allena nello stesso dojo sullo stesso pavimento. Tutti praticano le stesse tecniche e aspirano agli stessi ideali. Perciò tutti sono regolati dagli stessi principi dell’etichetta…
Perché a piedi nudi?
Un fatto importante nel Karate è lo svolgere a piedi nudi la lezione, questo ha motivazioni tecniche e formali, risponde ad esigenze pratiche ed è volto al conseguimento della massima efficacia. Ragioni fisiche: il piede è ricco di ricettori tattili che permettono di conoscere la conformazione del suolo senza interventi della vista; la struttura ossea del piede è arcuata cosi da restare parzialmente sospesa sul piano di appoggio. L’adattamento alle caratteristiche del suolo viene avvertito dai recettori di tensione dei tendini e delle articolazioni: il corpo risponde così alla percezione dell’inclinazione e della direzione di pendenza, adeguandosi alle mutevoli necessità dello stare eretti. Fare Karate significa anche imparare a flettere, estendere e ruotare il piede, adattandolo al fine di ottenere un impatto efficace sul bersaglio. Un’altra delle ragioni che chiariscono perché i praticanti di Karate non usino protezioni ai piedi affonda le sue radici nel passato, quando i Samurai divennero imbattibili nell’uso della spada, si chiesero cosa sarebbe stato di loro se fossero stati sorpresi e disarmati. Di qui la necessità di imparare ad usare il corpo come un’arma e vennero sviluppate le prime tecniche a mano nuda: la loro evoluzione e quella delle forme di lotta che in esse si fusero, portò alla codificazione di sistemi di combattimento a mano disarmata (vuota) sempre più complessi che scaturirono nel Judo, nell’Aikido e nel Karate (giapponese).
Lo stare a piedi nudi è un segno di umiltà, rispetto e volontà di affrontare l’allenamento con la mente vuota “Mu Shin” dalle preoccupazioni quotidiane e pronta quindi a percepire ed applicare gli insegnamenti del Maestro.
Ed ora vediamo un riassunto delle regole più comuni di comportamento nel dojo:
- Quando si arriva in ritardo, e la lezione è già cominciata, aspettate che l’insegnante vi dica di entrare, quindi unirsi alla classe posizionandosi in fondo al gruppo.
- Quando vi è domandato di muovervi verso un preciso punto del dojo, muovetevi sempre il più velocemente possibile.
- Non praticate mai combattimento senza che sia presente il Maestro.
- Quando praticate il combattimento contro un grado più alto, cercate di dare il meglio, mostrando rispetto per il suo grado. Se pensate di poter mettere maggior forza e impegno nel combattimento, fatelo, ma ricordate che il Senpai ha ben chiaro nella sua testa il vostro grado più basso, e quindi non combatterà mai nel modo più duro.
- Non interrompete il Maestro mentre sta spiegando o durante la lezione con domande inopportune. Pensate che se voi fate così, anche gli altri si sentiranno autorizzati a farlo e ciò porterebbe confusione e deconcentrazione.
- Ricordarsi sempre che la cintura di grado più elevato ha la responsabilità di essere da giusto esempio alla cintura di livello inferiore.
- Siate sempre consapevoli e disponibili, rispettate i compagni con grado più elevato ed accettatene i consigli senza obiezioni, aiutate chi è meno esperto con diligenza, umiltà e cordialità.
- Se un vostro compagno fraintende un movimento e voi lo fate giusto non compiacetevi intimamente di questo: la pratica non deve essere vissuta egoisticamente.
- Prima di incominciare la pratica di una tecnica, rivolgersi al compagno con un inchino. A fine pratica, sempre inchinandosi, ringraziare.
- Non lasciate mai il vostro posto senza il permesso dell’insegnante. Mai camminare in mezzo ad una coppia che si sta esercitando, o di fronte all’insegnante mentre tiene la lezione.
- Rivolgetevi all’insegnante chiamandolo, a seconda dei casi: Senpai, Maestro o Sensei. Non chiamate mai l’insegnante direttamente con il suo nome.
- Il vostro gi deve essere pulito, dal momento che contiene, simbolicamente, lo sforzo della vostra pratica.
- Ascoltate attentamente le indicazioni e gli insegnamenti del vostro Maestro. Proteggete le regole del dojo come un bene prezioso. Chi non le condivide, chi non le osserva, non deve restare nel dojo.
- L’insegnante, chiunque esso sia, deve essere trattato con lo stesso rispetto che voi vi aspettereste dagli altri. Il Budo comincia e finisce con la cortesia.
- Se non potete trovare il modo di dimostrare rispetto ad una persona che vi dona il suo tempo insegnando, è meglio che non apparteniate a questo dojo.
- Durante la pratica non sbadigliate, non parlate, non state appoggiati al muro o rimanete inattivi durante la lezione. Un vero budoka è sempre attento, ben educato e concentrato al massimo su quello che deve fare.
- Per motivi di igiene e sicurezza, non indossate orecchini, collane, braccialetti o orologi durante l’allenamento. Siate sempre attenti ad avere il corpo e i piedi puliti. È buona regola lavarsi i piedi prima di entrare in palestra. Durante l’allenamento si lavora spesso a stretto contatto con gli altri. Nessuno ama allenarsi con chi è sporco. Ricordatevi inoltre che non è bene allenarsi con lo stomaco pieno, evitate di mangiare e bere prima della lezione.
- La puntualità è categorica. La lezione inizia sempre rigorosamente negli orari indicati ed è pertanto necessario ritrovarsi nel dojo almeno mezz’ora prima ed entrare nella classe pronti per iniziare. Perdere tempo vestendosi a lezione iniziata non è rispettoso verso il maestro e i compagni.
- Nel dojo sono ammesse soltanto persone concentrate che intendono praticare la Via nel rispetto di sé stessi e degli altri, chi venisse con altre intenzioni dev’essere invitato a rifletterci prima.
- Al termine della lezione lasciare il dojo in silenzio cercando di riflettere e meditare sulla lezione fatta.
- È essenziale conservare il medesimo comportamento anche negli spogliatoi parlando con un tono di voce moderato.
- È di norma fatto divieto di dimostrare tecniche all’esterno del dojo se non espressamente autorizzati dal proprio Maestro.
Per ultimo non interpretate queste regole come un’imposizione, sappiate che non vi verrà mai chiesto niente che leda la vostra integrità e moralità, qualcosa in contrasto con il vostro credo religioso o quant’altro. Vi si chiede di essere partecipi di un’esperienza altamente formante, di crescita interiore e di miglioramento. Nel tempo comprenderete cose che adesso ignorate, date fiducia al percorso che avete intrapreso e otterrete grandi giovamenti su molteplici piani. (Fonte: karategiblog.altervista)