Corso di Kenjutsu (spada giapponese) stile Hoki-Ryu
Locarno
Palestra CPC (Centro Professionale Commerciale), Via Cappuccini 2, Locarno
MARTEDÌ 18.30-20.00
Per ADULTI e RAGAZZI (min.10 anni)
2-3 lezioni di prova gratuite, vi aspettiamo!
Gli allenamenti sono sospesi durante le festività e vacanze scolastiche.
Il maestro Güney e la spada giapponese
La passione per la spada giapponese ha condotto il Maestro Güney a conoscere e diventare membro dell’ Accademia Italiana di spada giapponese e Istituto Iaido Italia; frequenta i corsi di pratica e addestramento dal 2012, in Italia diretti dal Maestro Andrea Re e in Giappone da autorevoli Maestri di questa antica arte.
Nei nostri corsi a Locarno vengono integrate lezioni di spada giapponese dello stile Hoki Ryu.
La spada pareva esercitare uno strano fascino sui membri di tutte le classi, ma per il bushi significava l’inizio della sua vita di guerriero, ne segnava i progressi, e spesso era lo strumento della sua fine prematura. Vi erano due svolte principali nella vita di un bambino nato o adottato dai buke. la prima era costituita dalla cerimonica con cui riceveva la sua prima spada, mamori-gatana, “una spada talismano con l’elsa e il fodero coperti di broccato, cui era fissato un kinchaku (borsellino). la seconda cerimonica era il genbuke, che simboleggiava la sua accettazione come uomo tra gli uomini.
Oscar Ratti / Adele Westbrookr I segreti dei samurai, Ed. Mediterranee
Cos’è l’ HOKI RYU IAIDO
Potremmo definire questa pratica “la base di tutte le Arti Marziali”.
L’impostazione e la filosofia dell’Hoki Ryu, riunisce in se tutti i principi basilari, per qualsiasi pratica marziale di stampo tradizionale.
L’Hoki-Ryu è uno stile di estrazione veloce della spada giapponese.
La scuola, rende capaci di agire nel modo più veloce ed efficace possibile, attraverso forme codificate (Kata), dove si apprende l’uso della spada e lo stile stesso.
Lo Iai-do (via dell’estrazione) nasce come sistema di difesa da attacchi improvvisi.
Nello Iai si svilupparono molti stili, ma 3/4 sono gli stili di base, tra cui l’Hoki Ryu.
Iai do è formato dalle parole
I (Iru) = essere, esistere;
Ai = armonia, unione, cosa giusta;
Do = via, strada, sentiero.
KENJUTSU
ARTE DELLA SPADA
Nell’antico Giappone, per evitare infortuni ai praticanti durante l’allenamento nei Dojo, si incominciò ad utilizzare spade di legno conosciute con i nomi di bokken o bokuto. Il bokken è un solido pezzo di legno modellato come una spada, con forma, lunghezza ed peso il più possibile vicini a quelli di una lama vera.
Attraverso l’uso della spada, il samurai imparava ad affrontare tutte le altre armi che avrebbe potuto trovarsi di fronte sul campo di battaglia. Questa disciplina insegna tuttora come valutare la distanza ottimale per lo scontro (ma–ai) e l’opportunità per attuare l’attacco (tsuki), nonché il controllo fisico e mentale sull’avversario e su se stessi (zanshin).
I kata, o sequenze prestabilite, sono composti da fluidi movimenti che simulano un reale combattimento tramite fendenti, stoccate, affondi e parate che vengono scambiati tra i due praticanti. Essi vengono ripetuti innumerevoli volte in modo non meccanico; le forme devono essere vissute con animo sincero, come un autentico scontro, facendo sì che l’arte della spada instauri nel praticante sicurezza morale, fiducia in se stesso e intraprendenza nel combattimento attraverso l’assidua pratica con un compagno.
L’allievo imparerà entrambi i ruoli di ogni kata, kirikomi (colui che taglia) e ukedachi (colui che riceve).
Dopo aver appreso le guardie di base e i colpi fondamentali della scuola, essi vengono fatti confluire nel primo kata, che racchiude i principi primi del combattimento con la spada giapponese. Questo kata, come tutti quelli a seguire, viene eseguito in coppia di un compagno di pratica più esperto.
Durante la progressione nella pratica, l’allievo apprende nuovi kata che divengono sempre più complessi ed articolati.
Per la progressione quindi, l’essenziale non è imparare più kata possibili, bensì migliorare il maneggio della spada per poter progredire in modo certo e rapido, approfondendo le criticità che il kata stesso suggerisce.
A cosa serve, i benefici
Capacità di concentrazione, rapidità nei movimenti, pecisione millimetrica ed eleganza nelle movenze, sono alcune delle cose più evidenti che si possono ottenere da questa pratica.
Ma per i marzialisti più esigenti: silenzio della mente, come incremento alla velocità, e lentezza esasperata nei passaggi d’attenzione (Zanshin) e nei rinfoderi (Noto), per controbilanciare l’azione veloce (Yin-Yang).
Interiorizzazione del movimento, immagine dell’avversario e sviluppo dell’udito per sentire quando la spada uscendo dal fodero (Saia) produce ‘quel’ rumore particolare, completano in modo singolare questo stile e sé stessi.
Non è richiesta dallo stile una particolare resistenza fisica.
La progressione di studio
Con una spada d’allenamento (Iai-to) l’apprendimento si sviluppa attraverso la pratica dei fondamentali: come tenere l’impugnatura (Tsuka), come sfoderare e rinfoderare, ed i colpi principali:
• Shomenuchi (Centrale alla testa),
• Kesagiri (Diagonale collo-anca),
• Gyakukesa (Diagonale anca-collo),
• Kote (Colpo al polso),
• Tsuki (Affondo). Seguendo con la pratica delle varie estrazioni:
Diagonale, verticale, da sotto, ed in rotazione da sotto, si accede poi a strutturare un Kata (forma codificata di movimenti) vero e proprio, e lo studio dei Kiai (emissioni sonore nel culmine dell’azione).
Ad un livello più avanzato cioè una volta appresi tutti i Kata, sia Omote che Chuden, si cominceranno ad allenare con un compagno, che attaccherà sempre più veracemente; questo tipo di allenamento si chiama Kumidachi. Shidachi si difende da Ukedachi, che lo attacca con la spada già estratta, applicando molti dei kata appresi. In questo allenamento si usano delle spade di legno, per l’effettiva pericolosità dell’azione. Dopo il conseguimento dello Shodan si inizieranno a studiare i kata Okuden (livello superiore).
Nella scuola non sono previsti combattimenti liberi, da sempre sono stati severamente vietati. Non è un gioco!
L’abbigliamento previsto è composto da una giacca da allenamento (keikogi da Judo, Aikido o Kendo), un’Obi (Cintura a fascia) e da una Hakama blu o nera.
Il Fondatore
Lo Iai-do (via dell’estrazione) nasce come sistema di difesa da attacchi improvvisi, attorno alla fine del 1400 inizi 1500,da Hayashizaki Kantsuke Shigendan, che fu il primo a fondare una scuola: il “Muso Ryu”.
Questo stile di Iai nasce nel 1600, per intuizione di Katayama Hisayasu, il quale era un esperto di molti stili tra cui l’ Hayashizaki-Ryu (Battojutsu).
Mise tutta la sua esperienza nell’insegnamento “Hokoyamu no Ho” che significa “tecnica per fermare le armi”. In origine questo stile si chiamava Ikkan Ryu, e divenne presto famoso, per ciò che proponeva.
Il Maestro Katayama divenne anche l’insegnante della famiglia Toyotomi, che allora governava il Giappone, fino a che non fu sconfitta da Oda Nobunaga. L’Imperatore “Goyosei Tenno” gli permise di diffondere lo stile, e gli donò anche il paese di Hoki. Il maestro Katayama, che nel frattempo aveva cambiato il suo primo nome di Tojiro in Hisayasu, si commosse per l’interessamento dell’Imperatore e in suo onore cambiò il nome di Ikkan Ryu in Hoki Ryu, nome che è rimasto invariato fino ad oggi.
Katayama Hoki no Kami Hisayasu morì nel 1650 all’età di 74 anni.
Uno dei suoi figli, Hisataka ereditò la scuola mentre un altro, Hisakatsu si spostò a Kyoto dove fondò una propria scuola.
Lo Hoki Ryu continuò a trasmettersi tramite la famiglia Katayama per 8 generazioni, finché questo filone della scuola non si estinse. Tuttavia nella zona di Kumamoto, nell’isola di Kyushu, lo Hoki Ryu continuò a trasmettersi ad opera di Hoshino Kakuemon che, alla fine del 1700, assunse il ruolo di caposcuola. In questa città l’interesse per questo stile restò molto vivo ed è proprio qui con l’ultimo Soke che studiò il maestro Nakazono Yoshio che, a sua volta, portò lo Hoki Ryu nella città di Kurume dove studiò il maestro K. Kumai.
Il M° K.Kumai 8° Dan Butokukai
Il nostro referente tecnico
Il M° K.Kumai si iscrive all’accademia di Belle Arti di Musashino e nel ‘67 si trasferisce a Milano. Inserendosi negli ambienti marziali, si fa conoscere ed apprezzare da tutti i più grandi marzialisti sia Italiani che Giapponesi. La sua vita si divide tra sculture e insegnamento della spada nel suo dojo (Garyu-an), diventa rappresentante per l’Italia della Dai Nippon Butokukai ed il Garyu-an, SHIBU d’Italia (succursale del Dai Nippon Butokukai). Il M° Kumai K. nel 2000 è ritornato in Giappone a vivere e a realizzare le sue opere di Scultura, Design, e progettazione dei giardini giapponesi.
Oggi Il M° Kumai K. ha cambiato il tipo di graduazione ritornando a quella più antica del “Menjo”, rilasciando certificati di Shihan agli insegnanti più “anziani”. Il Sensei torna periodicamente in Italia per seguire i suoi allievi, poter seguire nell’occasione l’arte europea e la buona cucina Italiana.
Testi da Accademia Italiana di Spada Giapponese e zanshin-dojo