Il Karate-Do
"Sull’isola immersa nel sole del sud caduta dal cielo é l’arte della mano nuda che mi preoccupa perché non deve spegnersi. Chi vorrà farla sopravvivere e fiorire? Davanti al cielo azzurro io assumo l’impegno".
"Il Karate-Do è la corretta comprensione del Karate, ed il suo giusto impiego. La via del Karate è dunque un percorso per il perfezionamento per l’automiglioramento della tecnica, poiché migliorando la tecnica, miglioro me stesso; inoltre il Vero Karate, ovvero il Karate-do, mira internamente ad allenare la mente e a sviluppare una coscienza chiara cosicché si possa affrontare sinceramente ed autenticamente il mondo. La mente e la tecnica devono divenire un’unica cosa nel Karate-do.“
L'ARTE DEL KARATE-DO TRADIZIONALE (TE=MANO, KARA=VUOTA, DO=LA VIA)
Il Karate Tradizionale è un'arte antica di autodifesa, alla portata di tutti (dai cinque anni in poi), che usa solo il corpo umano nei modi più efficaci.
Attraverso il Karate Tradizionale l'essere umano ha la possibilità di valorizzare al massimo le capacità fisiche e mentali presenti in ognuno di noi.
E' formativo ed educativo e consigliato per problemi di postura, scoliosi, dorso curvo ecc.
Vengono insegnate, attraverso programmi ben precisi e graduali, tecniche di parata, di pugno, di percossa e di calcio, in combinazione di movimenti specifici.
Nel Karate Tradizionale la vittoria non è l'ultimo scopo, ma è una disciplina che insegna il rispetto verso gli altri e verso se stessi, sviluppando le proprie potenzialita' sia fisiche che mentali in armonia con i propri compagni.
Con l'allenamento costante e la continua ricerca di un miglioramento tecnico, sopravviene un benessere generale del proprio corpo, una maggiore fiducia in se stessi nonchè un ampliamento di tutte le capacità umane.
Mentre il livello di ogni grado può essere ben determinato e raggiunto attraverso una fedele esecuzione, la tecnica di sviluppo del Karate Tradizionale non ha limiti.
L'espansione delle capacità umane e le potenzialità da raggiungere sono traguardi che richiedono continua ricerca.
DOJOKUN
Qui di seguito alcune delle regole d'oro del Karate-do Tradizionale, il Dojo Kun, che si recita ad ogni inizio e fine lezione, in giapponese e in italiano.
Seguono altri 20 punti fondamentali dello spirito del Karate Tradizionale, Shoto Nijyukkun, insegnati dal Maestro Gichin Funakoshi.
HITOTSU, JINKAKU KANSEI NI TSUTOMURU KOTO
"Il Karate è mezzo per migliorare il carattere"
HITOTSU, MAKOTO NO MICHI O MAMORU KOTO
"Il Karate è via di sincerità"
HITOTSU, DORYOKU NO SEISHIN O YASHINAU KOTO
"Il Karate è mezzo per rafforzare la costanza dello spirito"
HITOTSU, REIGI O OMONZURU KOTO
"Il Karate è via per imparare il rispetto universale"
HITOTSU KEKKI NO YU O IMASHIMURU KOTO
"Il Karate è via per acquisire l'autocontrollo"
SHOTO NIJYUKKUN
Qui di seguito alcune delle regole d'oro del Karate-do Tradizionale, il Dojo Kun, che si recita ad ogni inizio e fine lezione, in giapponese e in italiano.
Seguono altri 20 punti fondamentali dello spirito del Karate Tradizionale, Shoto Nijyukkun, insegnati dal Maestro Gichin Funakoshi.
1) Il Karate comincia e finisce con il saluto (Rei).
2) Il Karate non è un mezzo di offesa e danno: "KARATE NI SENTE NASHI"
(Il Karate non attacca mai per primo).
3) Il Karate è rettitudine, riconoscenza.
4) Il Karate è capire se stessi e capire gli altri.
5) Nel Karate lo spirito viene prima dell'azione.
6) Il Karate è lealtà e spontaneità.
7) Il Karate insegna che le avversità colpiscono quando c'è rinuncia.
8) Il Karate non si vive solo nel Dojo.
9) Il Karate è regola per tutta la vita.
10) Lo spirito del Karate deve animare tutte le azioni.
11) Il Karate va tenuto vivo con il fuoco dell'anima.
12) Il Karate non è vincere, ma l'idea di non perdere.
13) Concentrazione e rilassamento devono essere usati nel tempo giusto.
14) Lo spirito deve essere diverso a seconda degli avversari.
15) Mani e piedi come spade.
16) Pensare che tutto il mondo può esserti avversario.
17) Il Karateka mantiene sempre la posizione di guardia (Kamae);
la posizione naturale (Shizentai) è solo per i livelli altissimi.
18) Il Kata è perfezione dello stile, l'applicazione è altro.
19) Come l'arco, il Karateka deve essere contrazione, espansione,
velocità ed analogamente armonia, rilassamento, concentrazione,
lentezza.
20) Lo spirito deve sempre tendere al livello più alto.
"Dojokun S. Roedner"
Sergio Roedner, maestro di karate e scrittore, interpreta il dojokun secondo un punto di vista occidentale. Queste regole sono state estrapolate dall'articolo da lui scritto per la rivista "Samurai". L'articolo completo lo trovate sulle news.
1. Venite sempre ad allenarvi. Se non state bene assistete almeno alla lezione. Se non siete neppure in grado di alzarvi dal letto o di uscire di casa, avvertitemi prima. La frequenza sporadica è incompatibile con la pratica di qualsiasi sport, figurarsi di un'arte marziale.
2. Cercate di trarre il massimo beneficio dall'ora di lezione, mantenendo la concentrazione e il silenzio dal momento in cui entrate in pedana a quando ne uscite. Riservate le chiacchiere agli spogliatoi o alla pizza sociale.
3. Impegnatevi sempre al massimo, compatibilmente con le vostre condizioni di salute. Facendo piano quando l'insegnante non vi guarda, imbrogliate voi stessi, non fregate lui.
4. Accettate le critiche e le correzioni del vostro insegnante con spirito di umiltà. Se non vi fidate di lui, cambiate palestra. Non è il tatami il luogo giusto per discutere le sue indicazioni. Ricordate l'apologo di quel maestro zen: "se la vostra tazza è piena di presunzione, non ci sta dentro nient'altro".
5. Quando vi allenate con un compagno, dimostrate il vostro rispetto per lui in due modi: non aggreditelo con brutalità, ma al tempo stesso impegnatelo al massimo. I migliori combattenti erano anche dei gentlemen. Allo stesso tempo aiutate il vostro partner a migliorare costringendolo a fare del suo meglio per difendersi dai vostri attacchi.
6. Quando lavorate in coppia, non sostituitevi al maestro correggendo il vostro compagno, a meno che non sia lui a chiederlo o l'insegnante a darvene l'incarico.
7. Quando combattete, se venite colpiti accidentalmente, non reagite con rabbia. Anche voi potreste sbagliare, e sicuramente lo avete già fatto e lo rifarete in futuro. Non vi offendereste se qualcuno mettesse in dubbio la vostra buona fede?
8. Senza stoicismi e ostentazioni, cercate di reagire al dolore e alla fatica spingendo un po' più in là la soglia della sopportazione. Invece di fermarvi, uscire dal tatami e correre a bagnarvi il labbro o a controllare lo zigomo dolorante, immaginatevi in una situazione di pericolo reale e chiedetevi che cosa vi succederebbe se vi lasciaste andare alla paura. Le avversità colpiscono di più quando c'è rinuncia.
9. Non ostentate servilismo e ossequio formale verso il maestro e gli yudansha, ma trattateli con la considerazione che meritano la loro dedizione all'arte e anzianità nella pratica. Accettate i loro consigli anche se non li avete richiesti. Riflettete prima di correggere a vostra volta un grado superiore: c'è il maestro per questo, e la presunzione non attira simpatie.
10. Aiutate i principianti con l'esempio e con la gentilezza, senza approfittare della vostra superiorità fisica o tecnica.
11. Se volete svolgere degli allenamenti supplementari in un'altra palestra o con un altro insegnante, della vostra o di un'altra federazione, informate il vostro insegnante. Se vi negherà il suo consenso, starà a voi decidere se è più importante la libertà o il rapporto con lui.
12. Se siete stanchi del karate, non abbiate paura di parlarne col vostro maestro. Invece di vergognarvi come ladri o di andarvene alla chetichella (un comportamento assai diffuso), spiegategli serenamente la vostra crisi e congedatevi da lui e dai vostri compagni in modo amichevole. Sarà molto più facile ritornare, qualora vi accorgeste di esservi sbagliati o di aver cambiato idea.